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mercoledì 6 marzo 2013

Mefistofele


Ritorno ancora una volta a parlare della mia Opera preferita,l'occasione è il suo "compleanno" visto che venne rappresentata per la prima volta il 5 marzo 1868
Il mio incontro con questo straordinario capolavoro di Arrigo Boito, avviene in un matinéé primaverile del 1995, ovviamente alla Scala.
Nelle stagioni precedenti avevo assistito al Faust di Berlioz ed al Faust di Gounod, e il biglietto per quest'opera che non conoscevo, rappresentava la quadratura del cerchio.
Direttore di questo monumentale allestimento fu il Maestro Riccardo Muti, Mefistofele naturalmente era impersonato dal bravissimo Samuel Ramey, due garanzie di successo insomma.
Le uniche parti che avevo distrattamente ascoltato in precedenza erano "la canzone del Fischio" del primo atto, e la "ballata del mondo"



Per uno come me sempre abituato a studiarsi prima il libretto e ascoltare prima qualche disco, l'impatto violentissimo con quest'opera mi prese onestamente in contropiede, l'avevo presa un pò sottogamba per essere sincero.
Per quale motivo parlo di impatto? 
Quello sonoro per esempio, di una potenza inaudita arricchito da sospensioni armoniche che deflagrano nel teatro, sia nel prologo che nell'ultimo atto. L'opera è piuttosto impegnativa anche perché richiede l'intero organico orchestrale, tutto il coro al completo ed anche il coro di voci bianche.
Fra l'altro il regista Pier'Alli, fece costruire in scena una gradinata in 4 ordini, su cui schierare tutto il coro, il che se costituiva un eccellente presenza scenica, esaltava ancora di più la potenza vocale del magnifico coro scaligero diretto da Roberto Gabbiani.
Il Prologo lo trovai di una bellezza sconvolgente, sia dal punto di vista musicale che scenico
Mano a mano che l'orchestra dipingeva questi acquarelli a tinte forti, su un palco tutto nero con immagini metafisiche sullo sfondo, saliva sempre di più l'emozione.
Si vedeva chiaramente tutta la complessità artistica nei vari atti dell'opera, da grandi scene come quella del Sabba a momenti di raffinatezza assoluta come le romanze di Margherita o di Elena.
Io so solo che quel giorno mi sono immaginato a fluttuare nel teatro come una piuma mossa dalla brezza primaverile durante il canto delle schiere degli angeli celesti, e a rotolare come un macigno di una frana, durante i sabba infernali e l'epilogo di Faust.
L'eterna lotta fra il bene e il male, la trama di Goethe, e la musica e i testi di Boito riescono a trasmettere sensazioni diversissime tra loro e spesso contrastanti.
Il fatto che anche Toscanini abbia sempre amato quest'opera al punto da usarne il prologo per l'inaugurazione ella Scala ricostruita dopo la guerra, mi fa domandare come mai non abbia la notorietà che invece secondo me meriterebbe.
Gli anziani ricordano le parole de "l'altra notte in fondo al mare" e "giunto sul passo estremo", segno che comunque l'opera ebbe in passato un suo splendore.
Mi piace molto l'idea di farla conoscere ed apprezzare, perché la trovo musicalmente bellissima ed estremamente poetica e raffinata nei testi.
Vi consiglio caldamente di andarla ad ascoltare e spero che presto la Scala la rimetta in cartellone quanto prima.



MEFISTOFELE
Gi strilla l'angelico stuolo,
Ghermiamo quell'anima al volo.
Già l'opra del male distrugge
Iddio col suo stolto perdon,
Col suo stolto perdon!
FAUST
Sacro attimo fuggente,
Arrestati, sei bello!
A me l'eternità!



Nb I filmati che ho raccolto qui non sono di quell'allestimento, ma aiutano solamente a dare qualche highlights per invogliare all'ascolto

1 commento:

  1. Però mi sembra che Ramey fosse Mefistofele. Faust è un tenore.

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