E anche quest'anno si è conclusa la mia terza esperienza a Mapic.
L'evento, giunto alla sua 21 esima edizione ha collezionato come
sempre grandi successi, ovvero 74 paesi rappresentati, più di 8400
partecipanti, 2400 retailers,1500 Brands, 2300 sviluppatori, 340
compagnie di investimenti e 100 fra città ed autorità locali (fra
cui il Duc di Gallarate che rappresento)
Diciamo pure che è impossibile parlare di commercio senza
interfacciarsi con Mapic, anche perchè tutto ciò che accade nel
mondo del retail e della Grande Distribuzione passa di lì, un
crocevia fra imprenditori ed investitori, un posto dove fare matching
fra bisogni , domanda ed offerta.
i Distretti Rappresentati |
Quando si parla poi di attrattività urbana, a maggior ragione è
necessaria un interazione che coinvolga il maggior numero di
soggetti, è utile anche per confrontare e conoscere le esperienze e
le best practice, messe in atto all'estero, dove il lavoro sinergico
fra pubblico e privato è più sviluppato e da migliori frutti.
Quando incontro le altre realtà del territorio, ovvero Distretti
Urbani , città metropolitane ed amministrazioni pubbliche, mi rendo
conto che anche in Italia non ce la caviamo male, ma lo sforzo che da
noi si fa per promuovere la trasparenza e la condivisione di
progetti, che poi vanno a cambiare la vita delle città, è di fatto
inesistente.
Continuo a vedere da noi, progetti non condivisi con la
cittadinanza, calati dall'alto dal mondo della politica con
consulenze che normalmente sono di parte, senza una visione a medio e
lungo termine del futuro. Così il risultato è quello di città
svuotate al loro interno delle attività commerciali, il che produce
una desertificazione anche a livello sociale; per quale motivo
frequentare e far vivere un centro urbano , se poi i fabbisogni si
devono per forza soddisfare altrove?
Introini Spinola Noseda Barlocco |
Anche la grande distribuzione però arranca, i vecchi format ormai
non attirano più clientela, per cui si cerca di creare un esperienza
di acquisto che renda la permanenza nel Mall , più interessante e
meno monotona dello shopping per necessità.
Si ragiona ormai anche sul fatto che i costi di riscaldamento e
condizionamento delle strutture, stanno diventando insostenibili, per
cui si pensa a gallerie anche all'aperto, a veri e propri retail
park, che abbiano un occhio di riguardo all'ecosostenibilità ma
anche al contenimento dei costi, che altrimenti rischiano di pesare
troppo sulla competitività commerciale.
In tutto questo contesto io mi domando, perchè creare strutture
commerciali enormi, avulse dai centri urbani, cercando di
scimmiottarne l'attrattività e la socialità, quando invece si
possono rivitalizzare le città e riportarle al loro contesto
originario, coniugando business e qualità della vita?
Io credo che la risposta stia nei Distretti urbani del commercio,
che possono riuscire in questo intento, dando una gestione coordinata
agli spazi urbani, commerciali e non, con un occhio alla sicurezza e
all'imprenditorialità.
Gallarate Shopping App |
Certo questo costa fatica, costa nel fatto che in Italia il mondo
della politica cerca maldestramente di indirizzare il mondo degli
affari e non viceversa, quando invece un libero mercato governato da
poche e semplici regole, e non la giungla normativa di oggi potrebbe
autoregolarsi; gli imprenditori non dovrebbero aprire attività
commerciali, alla stregua in cui si fa un salto nel buio , ma
dovrebbero essere accompagnati nel colmare le esigenze di un
territorio, non creando dualità e sovrapposizione dell'offerta, ma
sfruttando la naturale segmentazione del mercato, con intelligenza in
un ottica di business , senza predatorietà, semplicemente offrendo
ai Clienti, quello di cui hanno bisogno, nel posto dove gli serve, e
nel momento in cui serve.
Questo si dovrebbe fare, anche se per ora non è così.
Credo ci sia sempre una certa curiosità su come avviene la
negoziazione a Mapic, per cui cerco di chiarirla qui.
Il mio tentativo, è intanto quello di colmare i vuoti con
attività o brand che possano essere attrattivi e fare da volano per
tutti.
Poi di modernizzare quelle attività, ormai un po' decotte
facilitando la collaborazione con nuovi Brand che possono essere
strategici con i loro prodotti ed il loro know how.
Questo faccio quando sono a Mapic, cerco di riportare un ruolo
sociale in un centro urbano esaltandone le potenzialità . . . .
Quanto sono brutte le città con pochi negozi, no?
Sono piacevoli per viverci ? E' piacevole uscire la sera da casa e
non trovare un posto aperto e carino dove consumare una bella cena?
Oppure dover macinare chilometri per comprare quel pezzo di
abbigliamento che piace tanto? Oppure dover prendere l'auto anche
solo per comprare un litro di latte?
Flashmob retail |
Per fortuna non sono l'unico a pensare così, la strada che
percorro è da anni condivisa con tutti i membri attivi del Distretto
che rappresento, ma anche con i colleghi dei Distretti di Busto
Arsizio e Varese.
Da molto lavoriamo in questa direzione e le sinergie che si sono
riuscite a fare sono ottime, certo sulla comunicazione rimane ancora
da fare, specie poi sulla percezione che commercianti e consumatori
hanno dei nostri sforzi.
Mi ha fatto piacere in questa edizione di Mapic, rendermi conto
che dai grandi operatori del retail lo sforzo è stato apprezzato e
commentato molto positivamente, generando riscontri tangibili.
Così come tangibile è stato il volano che Expo Milano 2015 ha
dato alla nostra Regione, uno sforzo di branding che però secondo me
non è stato sfruttato ancora al meglio, nella gestione dell'immagine
coordinata.
4 anni di presenza a Cannes iniziano a dare risultati, quando
tutto ciò sarà ancora più visibile nella mia Gallarate sarò
ancora più soddisfatto.
Adesso bisogna tener rimboccate le maniche e continuare il lavoro.
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