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sabato 21 novembre 2015

Appunti di Mapic 2015


E anche quest'anno si è conclusa la mia terza esperienza a Mapic.
L'evento, giunto alla sua 21 esima edizione ha collezionato come sempre grandi successi, ovvero 74 paesi rappresentati, più di 8400 partecipanti, 2400 retailers,1500 Brands, 2300 sviluppatori, 340 compagnie di investimenti e 100 fra città ed autorità locali (fra cui il Duc di Gallarate che rappresento)
Diciamo pure che è impossibile parlare di commercio senza interfacciarsi con Mapic, anche perchè tutto ciò che accade nel mondo del retail e della Grande Distribuzione passa di lì, un crocevia fra imprenditori ed investitori, un posto dove fare matching fra bisogni , domanda ed offerta.
i Distretti Rappresentati
Quando si parla poi di attrattività urbana, a maggior ragione è necessaria un interazione che coinvolga il maggior numero di soggetti, è utile anche per confrontare e conoscere le esperienze e le best practice, messe in atto all'estero, dove il lavoro sinergico fra pubblico e privato è più sviluppato e da migliori frutti.
Quando incontro le altre realtà del territorio, ovvero Distretti Urbani , città metropolitane ed amministrazioni pubbliche, mi rendo conto che anche in Italia non ce la caviamo male, ma lo sforzo che da noi si fa per promuovere la trasparenza e la condivisione di progetti, che poi vanno a cambiare la vita delle città, è di fatto inesistente.
Continuo a vedere da noi, progetti non condivisi con la cittadinanza, calati dall'alto dal mondo della politica con consulenze che normalmente sono di parte, senza una visione a medio e lungo termine del futuro. Così il risultato è quello di città svuotate al loro interno delle attività commerciali, il che produce una desertificazione anche a livello sociale; per quale motivo frequentare e far vivere un centro urbano , se poi i fabbisogni si devono per forza soddisfare altrove?
Introini Spinola Noseda Barlocco
Anche la grande distribuzione però arranca, i vecchi format ormai non attirano più clientela, per cui si cerca di creare un esperienza di acquisto che renda la permanenza nel Mall , più interessante e meno monotona dello shopping per necessità.
Si ragiona ormai anche sul fatto che i costi di riscaldamento e condizionamento delle strutture, stanno diventando insostenibili, per cui si pensa a gallerie anche all'aperto, a veri e propri retail park, che abbiano un occhio di riguardo all'ecosostenibilità ma anche al contenimento dei costi, che altrimenti rischiano di pesare troppo sulla competitività commerciale.
In tutto questo contesto io mi domando, perchè creare strutture commerciali enormi, avulse dai centri urbani, cercando di scimmiottarne l'attrattività e la socialità, quando invece si possono rivitalizzare le città e riportarle al loro contesto originario, coniugando business e qualità della vita?
Io credo che la risposta stia nei Distretti urbani del commercio, che possono riuscire in questo intento, dando una gestione coordinata agli spazi urbani, commerciali e non, con un occhio alla sicurezza e all'imprenditorialità.
Gallarate Shopping App
Certo questo costa fatica, costa nel fatto che in Italia il mondo della politica cerca maldestramente di indirizzare il mondo degli affari e non viceversa, quando invece un libero mercato governato da poche e semplici regole, e non la giungla normativa di oggi potrebbe autoregolarsi; gli imprenditori non dovrebbero aprire attività commerciali, alla stregua in cui si fa un salto nel buio , ma dovrebbero essere accompagnati nel colmare le esigenze di un territorio, non creando dualità e sovrapposizione dell'offerta, ma sfruttando la naturale segmentazione del mercato, con intelligenza in un ottica di business , senza predatorietà, semplicemente offrendo ai Clienti, quello di cui hanno bisogno, nel posto dove gli serve, e nel momento in cui serve.
Questo si dovrebbe fare, anche se per ora non è così.
Credo ci sia sempre una certa curiosità su come avviene la negoziazione a Mapic, per cui cerco di chiarirla qui.
Il mio tentativo, è intanto quello di colmare i vuoti con attività o brand che possano essere attrattivi e fare da volano per tutti.
Poi di modernizzare quelle attività, ormai un po' decotte facilitando la collaborazione con nuovi Brand che possono essere strategici con i loro prodotti ed il loro know how.
Questo faccio quando sono a Mapic, cerco di riportare un ruolo sociale in un centro urbano esaltandone le potenzialità . . . . Quanto sono brutte le città con pochi negozi, no?
Sono piacevoli per viverci ? E' piacevole uscire la sera da casa e non trovare un posto aperto e carino dove consumare una bella cena? Oppure dover macinare chilometri per comprare quel pezzo di abbigliamento che piace tanto? Oppure dover prendere l'auto anche solo per comprare un litro di latte?
Flashmob retail
Per fortuna non sono l'unico a pensare così, la strada che percorro è da anni condivisa con tutti i membri attivi del Distretto che rappresento, ma anche con i colleghi dei Distretti di Busto Arsizio e Varese.
Da molto lavoriamo in questa direzione e le sinergie che si sono riuscite a fare sono ottime, certo sulla comunicazione rimane ancora da fare, specie poi sulla percezione che commercianti e consumatori hanno dei nostri sforzi.
Mi ha fatto piacere in questa edizione di Mapic, rendermi conto che dai grandi operatori del retail lo sforzo è stato apprezzato e commentato molto positivamente, generando riscontri tangibili.
Così come tangibile è stato il volano che Expo Milano 2015 ha dato alla nostra Regione, uno sforzo di branding che però secondo me non è stato sfruttato ancora al meglio, nella gestione dell'immagine coordinata.
4 anni di presenza a Cannes iniziano a dare risultati, quando tutto ciò sarà ancora più visibile nella mia Gallarate sarò ancora più soddisfatto.
Adesso bisogna tener rimboccate le maniche e continuare il lavoro.



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