Impossibile pensare alla Land Art senza incrociare mai il nome di
Christo, questo poliedrico artista Bulgaro trapiantato da anni a New
York
Sempre provocatorio, talvolta eccessivo, Christo non si pone mai
limiti fisici davanti alle sue creazioni, fissa solo il limite
temporale della durata che arriva al massimo a due settimane.
L'installazione che ha creato fra Sulzano , Monte Isola e l'isola di San Paolo ha dello straordinario
Finora sono circa 700.000 i visitatori approdati per questo imperdibile evento sul Lago d'Iseo
Per avere chiaro il modo di operare di Christo , riporto qui l'estratto di una sua intervista del 2000
Christo e Jeanne-Claude, come è possibile trovare i miliardi
necessari per coprire il costo della realizzazione delle vostre
opere?
“Ogni progetto ha una gestazione molto lenta e complessa, a
volte passano decine di anni. Non basta conoscere il luogo in sé,
per noi è fondamentale incontrare la gente, conoscerla, sapere cosa
pensa. La nostra opera non deve essere vissuta come una violenza, ma
essere accettata man mano che nasce”
É un'esperienza molto complessa...
“Ogni progetto è una fetta della nostra vita. Ci ricordiamo
dove eravamo quando lo abbiamo immaginato, cosa abbiamo detto e
pensato. Per questo distinguiamo per ogni lavoro due fasi”
Di quali si tratta?
“Una prima fase è quella "software". É quella tra
la carta degli schizzi e l'idea nella mente, mentre sappiamo che
migliaia di persone cercheranno di aiutarci per realizzare questo
sogno e altrettante ce lo impediranno.La fase "hardware"
invece, prevede la concreta realizzazione del progetto, ed è
caratterizzata da un lavoro materiale anziché d'immaginazione”
Quanti progetti avete realizzato?
“In quaranta anni di lavoro abbiamo realizzato diciotto
progetti, ventidue invece non sono stati portati a termine”
Gli "impacchettamenti" hanno una durata breve
rispetto alle energie e la fatica impiegata. Come mai?
“I nostri progetti sono installati per 14 giorni, e poi
vengono smontati. Pur essendo così mastodontici vivono
dell'effimero, così come il vento che muove la tela che ricopre le
strutture, e fa parte dell'opera, ma che può anche minacciarla
pericolosamente”
Una necesità dettata da quale motivazione?
“Io sono di origine bulgara -spiega Christo- anche se adesso
sono cittadino americano, mentre Jeanne-Claude è nata in Marocco. Ho
sempre vissuto il nomadismo come una condizione essenziale
dell'esistenza, perché vedo la staticità come la più grande nemica
della libertà, così come lo è il possesso. Nessuno può comprare i
nostri progetti, venderli o decidere cosa farne “
Quali sono le prossime realizzazioni?
“The gates", in Central Park a New York vedrà il
posizionamento di 11 mila portali, con stoffe gialle dello steso
colore degli alberi d'autunno. Legato all'estate e ai suoi colori è
il progetto in Colorado, avviato nel '92. Quindici km di tela sospesa
sul fiume Arkansas permetteranno un gioco legato alla visione-non
visione del paesaggio”
Questa intervista chiarisce molti aspetti dell'attività di
Christo, che allo stesso tempo è artista, progettista, mecenate, e
anche un po' imprenditore, visto che le sue opere sono da lui stesso
pagate nella progettazione, realizzazione e nello smantellamento.
Smantellamento che si svolge anche in modo da non distruggere gli
elementi costituenti l'opera stessa, ma recuperarli ad altro uso.
The Floating Piers, colpisce più volte; intanto per la sua
grandezza, già pensare in “grande “ spesso non è facile , ma
realizzare in “grande” sicuramente lo è. Colpisce per come si
inserisce nel contesto, con eleganza a creare delle geometrie non
casuali. Colpisce per la costruzione, di un apparente semplicità,
anche se sappiamo che spesso la semplicità realizzativa è frutto di
una grande complessità progettuale, nelle soluzioni tecniche e
nell'uso dei materiali giusti. Colpisce per le sensazioni che
trasmette camminandoci sopra, ovvero nel camminare su una morbida
striscia fluttuante, che si modifica continuamente con un moto
sinusoidale, quasi come se le leggi della fisica stessero danzando
sull'acqua.
Colpisce perchè realizza uno dei desideri umani, ovvero quello
di camminare sull'acqua percependone il movimento , un movimento
piacevole che non arriva a disturbare nemmeno chi come me soffre del
moto ondoso.
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I “miracoli” di Christo in questo caso sono almeno due: aver
fatto conoscere l'esistenza della “land art” al grande pubblico,
che magari potrebbe iniziare ad apprezzarla, studiarla, e , perchè
no, realizzarla; e poi aver regalato al mondo una popolarità immensa
ad una zona bellissima della nostra Italia, che probabilmente gli
stranieri nemmeno sapevano individuare su una cartina geografica ,
uno straordinario marketing territoriale di una potenza dirompente,
che non potrà che generare un indotto diretto (com'è ovvio che sia)
che indiretto nel medio e lungo periodo.
Chissà che ora acquistino una nuova e rinvigorita popolarità Arte Sella , il festival di Grindelwald e tutti gli altri eventi più piccoli, non ultimo il percorso formativo di Soft Land Art che ogni anno si svolge alla Fondazione Minoprio con la bravissima Runi Kristoffersen della Vea .
Consiglio a tutti di visitare "The Floatig Piers", per il tempo in cui sarà fruibile, perché è un esperienza che nella sua semplicità trasmette grandi emozioni.
Vedere migliaia di persone composte, in fila per ore , per fruire di un opera d'arte , è una soddisfazione immensa, anche perchè se l'Arte deve trasmettere emozioni, Christo ha centrato in pieno l'obiettivo ed ha dimostrato che il "bello" è sempre ciò che fa la differenza.
Quanto ai detrattori ed ai criticoni, sappiate che al mondo delle vostre critiche non resterà traccia, delle sue opere resterà la memoria. . .
Qui il meraviglioso tour virtuale nelle foto di Piero Annoni
Questa invece la pagina di Christo https://www.artsy.net/artist/ christo-and-jeanne-claude.
Questa invece la pagina di Christo https://www.artsy.net/artist/
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