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martedì 10 settembre 2013

Uno scarrafone ci salverà dall'Ambrosia

La notizia divulgata oggi da Regione Lombardia è di quelle che fanno sorridere , se non piangere.
Il tweet recita:
In sé la notizia sarebbe oggettivamente di quelle buone, se non fosse per il fatto che quello che hanno fatto le istituzioni in questi circa 15 anni, in cui l'ambrosia si è insediata fra noi, ha veramente del ridicolo.
Ma facciamo qualche passo indietro per capire intanto cos'è l'ambrosia, cosa provoca e come accidenti è arrivata fin qui.
L' Ambrosia è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, dall’aspetto di piccole erbacee annuali o perenni dalla tipica infiorescenza a racemo.
Sono considerate piante infestanti e ne esistono più di trenta specie in tutto il mondo. Hanno una apparenza molto ordinaria e pur essendo molto diffuse, passano frequentemente inosservate. Quasi nessun erbivoro le cerca e non ospitano molti insetti.
L'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) oppure tramite il vento (impollinazione anemofila). In effetti durante il periodo dell'antesi queste piante producono una grandissima quantità di granuli pollinici che vengono trasportati dal vento anche a distanze e altezze notevoli ;i semi vengono dispersi dal vento (disseminazione anemocora) ma anche da animali (disseminazione zoocora), infatti dopo l'impollinazione, il fiore femmina si sviluppa in un ovoide spinoso, con 9-18 spine erette. Contiene un seme con forma a punta di freccia, bruno quando maturo e più piccolo di un grano di frumento. Questo viene diffuso aggrappandosi al pelo o alle piume di animali che passano (fonte Wikipedia)
Questo la dice lunga su quanto questa pianta sia inutile ed infestante, in quanto non è nella catena alimentare degli erbivori che, esattamente come gli umani, la schifano.
La pianta, è originaria del Nordamerica, per cui viene da domandarsi come sia finita a infestare il varesotto.
La risposta si ottiene facendo un giretto in bici intorno all'Aeroporto della Malpensa dove vegeta rigoliosissima, pollini e semi sono arrivati in quantità portati dagli aerei, ed hanno trovato terreno molto fertile per attecchire nella brughiera che circonda lo scalo.
Da lì poi molto velocemente, si è diffusa nei terreni incolti e sui cigli delle strade, in un raggio di almeno una quarantina di km.
Ricordo che la prima persona che mi parlò di questa pianta fu il mio allergologo, che ,lavorando a stretto contatto con l'Università di Milano, si rese conto dalle centraline di rilevamento dei pollini, che un intruso aveva fatto capolino fra le graminacee e le altre varietà di pollini.
A livello sintomatico, gli allergici come il sottoscritto arrivano a soffrire di riniti, congiuntiviti ed asma e val la pena ricordare che l'Ambrosa è la prima causa di allergie nel nordamerica.
Fatto quindi il danno all'ecosistema ed agli allergici, danno peraltro causato dalle ricadute ambientali di un infrastruttura pubblica, era quantomeno legittimo aspettarsi un intervento deciso e risolutorio per contenere il danno ed invece. . .
La pubblica amministrazione, nelle persone dei Sindaci, decide di emettere delle ordinanze di sfalcio, con sanzioni anche salate per i contravventori (privati), che perlomeno all'inizio vengono fatte rispettare (ai privati) anche perché sono una buona fonte di reddito per le casse dei comuni.
Peccato però che tutto ciò che di competenza è pubblico, vedi terreni incolti , aree boschive e soprattutto cigli delle strade, viene lasciato in totale abbandono; forse era chiedere troppo agli amministratori pubblici pensare di utilizzare i proventi delle multe per aumentare gli sfalci ove necessario, tanto più che ne basta uno all'anno quando la pianta sta per andare in fioritura , ovvero a fine agosto.
I privati hanno iniziato a recriminare per le multe, anche perché oggettivamente anche gli enti pubblici sarebbero dovuti essere oggetto di sanzioni (cosa mai successa); così le ordinanze sono diventate via via più blande e sempre meno incisive.
In una situazione così, quello che i politici considerano il "custode" preposto alla tutela dell'ecosistema, ovvero il Parco del Ticino, che ha fatto?? NULLA, ma proprio nulla di nulla, proprio una cippa di nulla.
Ed il gestore dell'aeroporto? Nulla anch'egli.
Intanto la gente ha continuato ad ammalarsi ed è diventato uso comune fra i medici , prescrivere cortisonici come fossero acqua minerale,  dato che con i comuni antistaminici si fatica a contenere la virulenza degli attacchi allergici.
Tutto rimane sotto silenzio, anche sul web si trova poco o nulla relativamente alle statistiche relative all'impatto sul SSN, l'unica che ho trovato è questa clicca qui
Quindi nel lassismo più totale, con le istituzioni che totalmente si disinteressano del problema, oggi esce la notizia che un insetto , la Coleoptera Chrysomelidae Galerucinae (una sorta di scarrafone) anche quello di provenienza nordamericana, è risultato l'unico della catena alimentare ad essere attratto dall'Ambrosia e a cibarsene.
Il bello è che “questa specie è un importante agente di controllo biologico dell'ambrosia e viene a tale scopo attualmente allevata artificialmente e rilasciata con successo in Cina e in altri Paesi, mentre viene studiata in Europa per le stesse ragioni “. ( fonte Varesenews)
Possibile che a nessuno dei luminosi esperti e consulenti del Parco del Ticino, sia mai passato per la testa di documentarsi come viene combattuta all'estero l'ambrosia, e sia invece toccato ad un funzionario comunale , segnalare l'occasionale scoperta al Servizio fitosanitario regionale ??
Direi che veramente c'è da piangere davanti al vergognoso disinteresse delle istituzioni, nei confronti di un problema che colpisce decine di migliaia di persone.
Vi rendete conto cari signori del Parco del Ticino che uno scarrafone è più utile di voi?


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