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venerdì 30 maggio 2014

Klimt, la creatività e gli stimoli

Ieri approfittando di un paio di ore libere, mentre mi trovavo a Milano, ne ho approfittato per fare un salto alla mostra di Klimt a Palazzo Reale, attratto come sempre, da quella forza magnetica che esercita su di me l'Art Nouveau
Klimt è un artista che amo, ha saputo creare un nuovo modo di intendere la pittura; artista controverso e criticato, addirittura al punto di vedersi cancellato un incarico e costretto a restituire il compenso pattuito per un opera.
La mostra in se è bella , ma non mi colpisce, non vi trovo il Klimt tutto oro e linee suadenti che sono abituato a vedere nei libri che ho a casa.
Vi trovo un Klimt giovane che sperimenta le idee della "secessione viennese", insieme al fratello e all'amico Franz Matsch .
Davanti alla copia del Fregio di Beethoven, però non ho potuto esimermi dal pormi alcune domande su ciò che intendiamo con la parola Creatività e quali sono gli stimoli che la fanno guizzare allo scoperto.
Io stesso facendo un lavoro creativo, sono sempre alla ricerca di stimoli nuovi, e mi sono immedesimato in Klimt artista, impegnato a cimentarsi in un opera che ricordasse il grande genio Beethoven  , un opera monumentale (come l'artista) , uno spazio molto grande, una musica bellissima, le straordinarie parole di Schiller e un concerto di inaugurazione diretto nientemeno che da Gustav Mahler .
Beh , se gli servivano degli stimoli per iniziare il lavoro, devo dire che più di così non se ne poteva; luogo, ambiente, circostanze, musica, tutto l'ecosistema tendeva a spingere Klimt verso il successo, che poi è puntualmente arrivato.
Grandi stimoli da grandi persone, è questo il motore della creatività?
"colma il tuo cor d'un palpito, ineffabile vero, d'amor, e chiama poi quell'estasi natura, amor, mistero" scriveva il Boito e forse aveva proprio ragione. E' da quel palpito che nasce la creatività, ma quel palpito deve essere stimolato.
Forse il solo Beethoven rappresentava l'eccezione, visto che quando compose la nona sinfonia era già sordo, ma lui era un Genio assoluto.
Per tutti gli altri non è così, per me non è così; si trascorre la vita alla ricerca di quel palpito, che poi è quello che ti da l'idea giusta, che non ti fa sbagliare, che si fa leggere dagli osservatori delle tue opere.
E come la mettiamo allora col fatto che in questo preciso momento storico, la creatività gira a scartamento ridotto?
Sarà forse per questo motivo che i capolavori sono in constante calo? Che nel periodo attuale , dove, se è pur vero che siamo sottoposti ad un continuo bombardamento di stimoli, guardandoci intorno non vediamo più artisti così sfavillanti?  Abbiamo parametri di riferimento troppo bassi in quanto siamo sprovvisti di personalità artistiche così monumentali? Dobbiamo riflettere sulla teoria di Disney (quello dei cartoni animati per intenderci) che aveva meccanizzato tutto il processo creativo? 
Non ho una risposta che mi soddisfi appieno, ma di sicuro ho invidiato tanto Klimt per aver vissuto appieno la sua epoca.
I suoi capolavori ce lo ricorderanno in eterno.

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